Macchioline.
Sul dorso della mia mano.
Sul dorso della mia mano.
Increspata la pelle. Brezza o aria veloce del tempo.
Linee esili blu, a tratti evidenti ma non più il turgore di allora.
Spazi cavi, rientranze dove prima era forza.
Dita e snodi impacciati, tutto però funziona.
La mano: il dorso é il suo vestito, il lato che tutti vedono
al primo sguardo.
Biro, foglio bianco, alla scrivania il cono di luce - la vedo
bene la mia mano - ferma, la contemplo. In attesa di
scrivere.. la trattengo, é tempo di tacere, di ripeterle il
mio affetto, anche oggi.
Un gesto lento ed é il palmo.
Tutto più vivace. Il colore, rughe ininterrotte per la
lunghezza delle dita, altre solcano il palmo, linee
dall'inizio incerto e non sai dove si perdano, é festa di
incroci, ricami minimi fino a strizzarti gli occhi, più in la
non puoi.
Il palmo é l'intimità, la parte più riservata della mano,
ascolta, ubbidisce e sa custodire. Tiene saldo il libro della
vita. Conosce l'offesa e il perdono, miei e degli altri, la
misericordia e la grazia, il peso leggero dell'Eucaristia. Si
apre alla mano dell'altro, sa accogliere e esprimere un
pensiero, un sentimento, l'affetto..la vita.
Il dorso e il palmo, lati necessari inseparabili, ognuno si
racconta.
La biro, il foglio bianco, alla scrivania il cono di luce, ed é
la, ancora ferma - l'interesse, la necessità, il piacere di
ascoltarla.
Ora lascio che scriva.
Due chiacchiere con la mia mano, non é tempo sciupato.