Giovedì 7 gennaio. Pomeriggio tardi, fuori è già buio. Nel supermercato è contrasto di luce, estranea anche alla quiete delle strade, umide e silenziose, poca gente, qualche brandello di carta-regali ancora sul marciapiede.
Attendo in fila alla cassa con il mio litro di latte. Un suono aggressivo e breve sa di pernacchia, mi fa sobbalzare e sorridere. Vedo un bambino che soffia nella sua trombetta mentre la mamma compiaciuta lo incoraggia a soffiare di nuovo. La trombetta è quella solita del Carnevale, con le strisce di stelle filanti al termine, vedo anche un altro bambino, troppo piccolo per "prodursi" in un assolo di tromba, brandisce senza interesse un bastoncino magico luminescente, a tre colori.
Appena ieri l'Epifania; ai più piccoli gli ultimi regali. Non pensavo, presto verrà Carnevale,poi il 1° aprile, Pasqua...
Per caso sono diventato testimone di una contrapposizione insolita: una trombetta di carnevale e un bastoncino magico sfidano "L'Epifania tutte le feste le porta via", adagio bonario che finge di non avere pretese. Nella semplicità delle parole riecheggia "c'è un tempo per ogni cosa": il tempo di festa è scaduto ora è tempo di quotidianità, nessun dissenso tra i due. Sono momenti distinti ma in armonia tra loro e amici nostri; nel loro avvicendarsi, insieme ci aiutano a scorgere l'unica continua bellezza e il senso che diamo alla via.
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