sabato 31 luglio 2010

CAMPEGGIO LUGLIO 2010 (Parrocchia "4 EVA")

Elena e io, nonni in macchina verso il "campeggio". Dal paesino in cui ci troviamo è a circa mezz'ora.
Entriamo in valle, il verde dei prati è ovunque appena sopra le pinete ma il verde è diverso, più in alto i colori delle rocce sulle pareti salgono alle creste, alle vette, più su ancora il colore di un cielo tutto uguale. E' splendido oggi.
Arriviamo in tarda mattinata per la Messa.
Gli ultimi ritocchi completano il riassetto della "Casa", la presenza vigile e discreta dei responsabili, gli ultimi zaini alle auto dei volontari. C'è aria di addio.
Attorno un senso di serenità: i più piccoli vicino al ping-pong, ragazzi e ragazze a gruppetti chi sui prati, chi sulla strada. Li vedo quieti in compagnia fra loro. C'è attesa, questa partenza è quasi un evento, già un ricordare e un parlare di ciò che li attende. Forse è qualcosa che scava dentro.
Dietro la "Casa": è lì il tavolo per l'altare. Saranno 70 non so, ragazze e ragazzi seduti seduti sul prato in lieve pendio, qualche panca a monte e da un lato a disegnare uno spazio, poi le piante. Nella parte più bassa l'altare.
Due preti. Don Flavio lascia, don Matteo è quello nuovo. Anelli di una stessa catena. Toni fraterni fra loro che partecipano anche a noi, un velo di commozione ma spesso buona ironia.
Prima della messa un lungo momento di silenzio, fatto proprio, vissuto in raccoglimento. Poi ho ascoltato parole semplici di colloquio, la serietà dell'Annuncio, il tono spirituale intimo, intriso di affetto che suscita il sorriso e la simpatia. Parole e modi che fanno pensare e chiedono ancora silenzio.
Chi vuole può esprimere una riflessione sui giorni passati al campeggio, una preghiera. "Signore ti ringrazio perché..." molti i perché.
Anch'io sentivo di aver qualcosa da dire, ma non mi era chiaro e poi forse era giusto astenermi. Era loro l'esperienza della condivisione, di quel vissuto, del tempo concesso per la "loro" messa nella libertà di parlare e ascoltare e confrontarsi. L'occasione di una consapevolezza che nasce.
In fondo soltanto questo avrei detto:
" Grazie per la testimonianza della piccola chiesa che siete, qui, voi tutti insieme, piccola quanto basta per essere immensa nel Signore, aperta e festante a chiunque chieda di entrare... Sconosciuti ci siamo sentiti accolti, partecipi di una Comunità, accompagnati dalla vostra gioia, dalla serietà e dal calore umano che, inconsapevoli, regalate anche a chi solo vi osserva."