mercoledì 22 maggio 2013

Senza Titolo C - ( 72° di Q. di L. )





C-  Un vecchio mite, che esprime dolcezza, aveva la mia età, anzi tre di più. Quasi ogni giorno viene a trovarlo il figlio, finito il lavoro, depresso perché sa che rimarrà solo. Il vecchio oggi è accovacciato sotto il lenzuolo, sotto i suoi pensieri, occhi socchiusi, restio a parlare. Ripasso con più frequenza nella stanza, accetta qualche sorso d'acqua. Mi avvicino, mi da lievemente di spalle e sto a fissarlo nella sua immobilità. Poso il bicchiere, mi curvo vicino al suo orecchio. Adagio lo chiamo per nome "...Non so a cosa pensi, ma guarda che ti voglio bene, qui ti vogliamo bene tutti". Subito si illumina di sorriso, volta lento la testa, ci guardiamo negli occhi e continua a ripetere la parole "Grazie". Riprende la posizione di prima, ma una mano si tende aperta, in attesa. Darsi la mano e stringerla per continuare a dirsi e ad ascoltarsi ancora, senza più parlare.

      " Ti voglio bene ", parole importanti, difficili da dire e da ascoltare. E' un dono sincero che anche tu ricevi se l'altro ha il coraggio di crederle e te le restituisce in uno sguardo consapevole e lieto: si crea un patto di vita. Forse è necessario un cammino per giungere alle cose semplici. Un cammino lungo o breve secondo il tuo passo, non secondo l'età.