sabato 25 agosto 2012

Tempo scaduto, tempo che continua (58° di Q. di L.)





       Nuovi modelli socio-economici si impongono, spesso soppiantano quelli in atto e modificano le nostre consuetudini.

       Anche l'assistenza sanitaria domiciliare ai malati terminali oncologigi si veste silenziosamente di un nuovo stile. La realizzazione di centri di accoglienza pubblici e privati, lo stesso progresso scientifico e persino il fenomeno dell'immigrazione concorrono ad accelerarne il cambiamento. Gli Hospice, ormai numerosi, risolvono assistenze domiciliari a volte insostenibili per le famiglie; le nuove terapie consentono autonomia prolungata  nella sfera del privato e dei rapporti sociali, e abbreviano di fatto il tempo della terminalità, ed infine la colf offre un aiuto ormai diffuso, particolarmente in presenza di malati inguaribili. Ad altri considerare il problema della politica, della grande economia e degli ospedali pubblici divenuti " azienda".

       Fra il personale operativo interessato a queste innovazioni non vi è figura assimilabile a quella del volontario, è altro il suo ruolo, ma l'orizzonte dell'assistenza è mutato e vissuto in una dimensione consona alle esigenze e ai limiti che la situazione attuale impone. Per il volontario il tempo dell'accompagnamento domiciliare probabilmente si va esaurendo. Rimane tuttavia una separazione sofferta: scompare il rapporto profondo malato-famiglia-volontario (che della famiglia spesso viene a farne parte); il ritrovarsi, il reciproco abbraccio di una umanità che si riconosce nell'altro, solidale e fedele nello sgomento della malattia, nella sofferenza,nella speranza.

       "Accompagnare" da sempre una strada camminata insieme, abbandonata unicamente perché si è "arrivati", per imboccarne una nuova, sconosciuta. Come ora, in modo inatteso. Il passato è tempo concluso, sigillato, ma non disperso, mi appartiene

       Il "mio" passato da volontario...

( continua )