giovedì 20 giugno 2013

Senza Titolo E (Q. di L. 74°)





      
     
E -    In apertura di queste pagine "Senza titolo"  l'età chiedeva la parola, ma in realtà non ha mai smesso di far sentire con autorevolezza la sua presenza.
   
         Si parla di stagioni della vita, ora è importante per me comprendere in quale stagione mi trovo, individuarla per esserne consapevole, accettandone i limiti e spiare nell'età che avanza nuove strade di amore e di senso.

          Invecchiare resta sempre una questione personale, ma particolarmente ai nostri giorni è forse qualcosa che si deve imparare da sé. L'evolversi della società ridimensiona i rapporti tradizionali tra le generazioni, e nasce la necessità di discernere, fra tanti cambiamenti, quale saggezza di vita e di fede è irrinunciabile nella propria vita e nella testimonianza del quotidiano.

          E' importante per me vivere bene il presente (ora più lento) anche per gli altri, senza aggrapparmi al passato e senza disperderlo, fare meno e più profondamente, ritrarmi in me stesso e non rendermi assente.

         E' la stagione dei frutti e il ringraziamento si fa ininterrotto. Senza clamore la vita spoglia delle attività, a volte anche delle parole, e tu se vuoi, nella Fede, puoi diventare sola presenza umile e adorante davanti a Dio che ti ha amato tutta la vita e ti salverà nella morte.

          Il Signore non mi chiede di essere e fare ciò che non sono e non posso,  ma di essere con semplicità "sale" in senso evangelico, cioè semplicemente fedele a Dio, perciò fiducioso e "confessante".

          Questa è anche la mia preghiera.

          Dunque le stagioni si alternano e si dice " ..sento che qualcosa sta cambiando..". E' un modo comune di dire, ma a volte la sensazione è più vissuta. " sta cambiando ", due sole parole ma dense di significati, indicano nel presente un continuo mutare, "cambiare" non rinnovare, non rendere nuovo, modificare nella struttura e nell'essenza, fare o non fare o essere altro da ciò che è attualmente.

          L'età nel suo colloquio, mi ha detto qualcosa di cui non mi ero mai accorto: il volontariato in Hospice richiede anche una fatica fisica e con questa devo confrontarmi. Qui si concretizza per me il "cambiamento", senza offerta di opzione, e da qui nasce la lettera che ho inviato a Lucia, psicologa consulente cui il gruppo dell'Hospice si riferisce.

          (  segue  )

        

domenica 2 giugno 2013

Senza titolo D - (73° di Q. di L.)






        Nella riunione di gruppo dei volontari ho riferito la storia di un malato come lui stesso me l'ha raccontata. Vita travagliata, particolarmente contrastata dalla "sorte" e dalla impreparazione a stringere rapporti familiari e sociali, con alti e bassi. Segnata a volte da soddisfazioni anche affettive, altre più numerose e che ancora permangono, dalla solitudine e dall'abbandono.

       Con la schiettezza reciproca ormai raggiunta, gli chiedo " Non pensi che dopo tante prove, successi, luci e ombre, dopo l'esperienza stessa del tempo che se ne va, al di sopra di tutte queste cose uno possa sentire il bisogno di aprirsi, di perdonare a tutti? E' un abbraccio che in fondo noi stessi sentiamo il bisogno di ricevere."

       Lo vedo sorpreso, meravigliato come per una novità troppo bella, cui forse non aveva pensato. Sembra felice al solo pensiero, sorride. Dice " Però è difficile " e continua a sorridere.

       Non so interpretare l'espressione e le parole del "mio" malato. Forse un'utopia , oppure soltanto un desiderio.*

       Perdono, un amore più grande del torto subito, bisogno di ricevere e dare amore senza condizione, senza più limiti di spazio e di tempo. Ma per una persona che dice "Però è difficile" e non smette il suo sorriso affascinato, forse è impossibile sognare un Dio che perdona?

       * "..Il tuo desiderio è la tua preghiera...il desiderio prega sempre, anche se tace la lingua.." (S. Agostino )

       nb- Prima di riferire nei dettagli  questi colloqui durante gli incontri tra volontari mi sono posto  alcune domande.
- Privacy - Ciascun operatore in questo volontariato è strettamente tenuto ad osservare il segreto professionale.
- Formazione - Nei nostri incontri è scambio, acquisizione di nuove esperienze e  riflessioni utili a comprendere e sostenere malati e parenti.
- Utilità - Nel contesto dell'Hospice siamo a contatto con  persone prossime alla morte. A mio avviso è importante per il volontario tenere sempre presente la "categoria" del perdono ( fosse soltanto per il valore pacificante che assume anche in una mentalità estranea alla Fede Cristiana).