sabato 30 marzo 2013

Gli elogi (Q. di L. 69°)




       Segue 68°
      
       " ..., il prossimo turno".


       Non voglio banalizzarle queste lodi né ascoltarle con superficialità.

       Per il malato terminale la possibilità di manifestare la sua approvazione può assumere anche un aspetto liberatorio, l'occasione di confidare l'esperienza positiva inattesa che l'ha stupito: qualcuno si interessa a lui, gli vuole bene liberamente, con simpatia, gli dedica tempo, nessun contratto, né obbligo, nessun compenso.

       Ma le  parole di un malato consapevole sono voce autorevole, e stimolano il volontario a maggior responsabilità. A mio  avviso queste parole sincere nascondono un bisogno, probabilmente più d'uno, esprimono l'esito del giudizio e insieme una richiesta di aiuto (..ti apprezzo, dunque "Non lasciarmi!..). Questa esigenza di manifestare gratitudine pone interrogativi, mi sollecita a verificare se sono attento alla sensibilità della persona in una società che cambia tanto velocemente, mi chiede se sono fedele alle finalità che mi ero proposto, con quale animo vivo oggi l' "accompagnamento".

       Mi imbarazzano le lodi, accenno a un assenso di comprensione, ma le parole pesano, affettuose eppure quasi amare. Capisci che le vuoi bene, ed è bellissimo vederla sorridere fosse soltanto un attimo. La ascolti, incontri il suo sguardo, ma tieni a bada ciò che provi in te, sai che quel viso si spegnerà presto.

sabato 16 marzo 2013

Gli elogi (Q. di L. 68°)





       Passi prudenti dal letto al tavolino; sottile, braccia tese e mani a tastare il vuoto della stanza, non è cieca, è ipovedente. " Del suo volto percepisco soltanto un'ombra ". Ora è seduta. Mi annuncio, poso il vassoio del the.

       Chiedo il permesso di accostarle la mano alla tazza. Il contatto fisico è un passo delicatissimo nel rapporto col malato, va preparato, quasi attende consenso. Sospingo il piattino dei biscotti a sfiorarle le dita, aggiungo lo zucchero.

       Mi ringrazia, (elogi per i volontari).

       Più tardi ripasso, " Forse gradisce altro.. una lettura, comporre un numero al cellulare..". E' lieta di scambiare qualche parola, ci presentiamo più a fondo.

       " Avevo delle fitte alla parte malata, l'infermiere e la dottoressa sono stati molto bravi, e ora sto meglio." Parliamo.

       E' felice di essere nata nel "secolo scorso" (si riferisce a una data "antica") e di aver avuto un padre che le ha permesso di studiare. " Ho toccato con mano che il fatto di essere laureata mi ha procurato il rispetto e la stima che la società di allora non riservava alle donne."  Poi i ricordi dei condizionamenti politici nelle università, e poi  nel dopo guerra la gioia che procuravano le novità tecnologiche..." il frigo, la televisione..". Parla con semplicità, un eloquio colto e riservato, la mente sicura, non le daresti un'età tanto avanzata.

       Tutte le sere viene la figlia, si vogliono bene.
Questa faccenda degli occhi che la confina nella penombra la affligge. E' successo da poco, ma è una donna forte, dignitosa, dice soltanto " Questi occhi che mi sono serviti tanto ..". Nel silenzio forse le immagini di una o di tante storie, ma tiene per sé.

       " Come mai fa il volontario, da quando? " Da quando sono in pensione, le dico, ma è un qualifica che non mi sento addosso. E' uno stare accanto concreto, un atteggiamento non solo interiore, anche di relazione e di servizio. La vita, poco alla volta ci svela quello che siamo, al di là di tante differenze. Qui in Hospice è semplicità e desiderio di accogliere e di essere accolti..anche dal malato. Mi pare bello, almeno in certi momenti, tentare di dimenticare i propri ruoli e ritrovarsi in un rapporto più aperto, di maggior comprensione. Ripete che noi volontari facciamo una cosa grande e continua con gli elogi.

       Io non so come venirne fuori e per tagliar corto le dico "Certe cose lasciamole dire soltanto al buon Dio", lei decisa ribatte " No, no, ho diritto anch'io di dirle !". Sbotta in una risata di simpatia.

       " A venerdì pomeriggio, il prossimo turno."

       (continua)