martedì 21 marzo 2017

Sto a guardare


Macchioline.

Sul  dorso della mia mano.

Increspata la pelle.  Brezza o aria veloce del tempo.

Linee esili blu, a tratti evidenti ma non più il turgore di allora.

Spazi cavi, rientranze dove prima era forza.

Dita e snodi impacciati, tutto però funziona.

La mano: il dorso é il suo vestito, il lato che tutti vedono
al primo sguardo.

Biro, foglio bianco, alla scrivania il cono di luce - la vedo
bene la mia mano - ferma, la contemplo.  In attesa di
scrivere.. la trattengo, é tempo di tacere, di ripeterle il
mio affetto, anche oggi.

Un gesto lento ed é il palmo.

Tutto più vivace.  Il colore, rughe ininterrotte per la
lunghezza delle dita, altre solcano il palmo, linee
dall'inizio incerto e non sai dove si perdano, é festa di
incroci, ricami minimi fino a strizzarti gli occhi, più in la
non puoi.

Il palmo é l'intimità, la parte più riservata della mano,
ascolta, ubbidisce e sa custodire. Tiene saldo il libro della
vita.  Conosce l'offesa e il perdono, miei e degli altri, la
misericordia e la grazia, il peso leggero dell'Eucaristia. Si
apre alla mano dell'altro, sa accogliere e esprimere un
pensiero, un sentimento, l'affetto..la vita.

Il dorso e il palmo, lati necessari inseparabili, ognuno si
racconta.

La biro, il foglio bianco, alla scrivania il cono di luce, ed é
la, ancora ferma - l'interesse, la necessità, il piacere di
ascoltarla.

Ora lascio che scriva.

Due chiacchiere con la mia mano, non é tempo sciupato.
                                       

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