sabato 2 luglio 2011

Volontario compagno del malato (44° di Q. di L.)

(Segue da 43°)


Comprendere il senso delle parole, il tono della voce, lo sguardo, i silenzi: l'ascolto è il cuore dell'accompagnamento. Cerco di rimanere solidale col malato anche quando affiorano divergenze di mentalità, diversità di valori; il rispetto per la libertà dell'altro è condizione e sorgente di comunicazione. Solidale nei momenti più difficili quando, pur nell'assurdità della prova, ti pare di vivere insieme a lui il bisogno di essere accolto in un amore grande dove deporre finalmente la sua stanchezza, la sofferenza sua innanzi tutto, e la tua. E' il bisogno che tutti abbiamo di un amore gratuito, laici e credenti. Gratuitamente ci hanno amato i genitori, chi ha fede può dire "il Padre" e da questa esperienza siamo stati iniziati ad amare. Forse la presenza del volontario può essere un segno di questo amore.

L'accompagnamento del malato terminale è occasione e speranza di vivere la fede che incontra la vita nella sua concretezza. I giorni della salute, della forza, non suggeriscono questi pensieri, "L'uomo nella prosperità non comprende..." (Salmo 49,21), ma qui emozioni e sentimenti si condividono, questa realtà ci allinea, ci rende tutti uguali.

Per il cristiano questo volontariato è ascolto, presenza attiva e al tempo stesso contemplazione, preghiera. Dalla materialità così tangibile di un corpo e delle cose semplici come l'arredo di una stanza, un uomo passa ad una realtà "altra", non più legata alle categorie del tempo, dei sensi.. a una realtà attesa e promessa nel mistero di Dio, "Ritornerò e vi prenderò con me perché siate anche voi dove sono io" (Giov. 14,3). "Qualcuno" che non vedo e non odo è qui.

Sentiamo parlare di questi mali con commiserazione, a volte ascoltiamo apprezzamento per i volontari che li seguono, ma chi dice, almeno a stesso, nell'animo o in un incontro di amici-fratelli cristiano, della presenza di Gesù, di Maria che intercede "nell'ora della nostra morte?".

Ho colleghe e colleghi, alcuni si definiscono "laici", cui mi sento molto legato dall'affetto e dalla stima, dalla riconoscenza per quanto mi hanno dato e coi quali vivo la gioia di ricevere e offrire il bene.

Sarebbe bello accogliere altri volontari e condividere con loro questa esperienza di amore, vissuta nella fede e nella preghiera.

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