venerdì 1 giugno 2012

Capisco che dovrei ripartire (56° di Q. di L.)

     


          Mi dice "Si, va bene" e lascia in sospeso un "ma", isolato, che non chiude. " Non è tanto la malattia, o forse sì, anche, ma è tutto l'insieme che non riesco a capire, stare in questo modo, perché tutto quanto mi sta intorno così, che cosa succede. "

          " Domande essenziali Adriano, difficili, una risposta soltanto razionale forse non c'è, e tuttavia potrebbe essere bello parlarne, ma apertamente, senza nascondersi come spesso avviene per discrezione, per non invadere la sfera privata dell'altro, e ci si blocca. Una riservatezza rispettosa, certo, che però ci priva del confronto e del sostegno di intrattenerci reciprocamente su situazioni che sono comuni. "

          Mi fissa serio; era altro lo sguardo quando ci siamo conosciuti; il sorriso costante, indecifrabile, dissuasore di ogni tentativo di fare breccia. Mi riprende, "No, invece dobbiamo parlarci, ascoltarci senza timore di offenderci. Parliamone." La voce è calma, la parola scandita.

          E' più che un invito. L'uomo, quando si vede sospinto al limite, se pone domande attende anche risposte; non eludenti, non intellettuali, non teorie; l'uomo ha bisogno di ascoltare l'uomo, la mia persona lì con lui, non tanto ciò che dirò, ma ciò che io sono nelle mie scelte definitive. Ho intuito tardi la domanda, sapessi farlo gli chiederei perdono. Sì prudenza, ma bisogna avere anche il coraggio di parlare, parlare quieti, con semplicità, per quello che si è e si crede, e ancora, non aver paura poi del proprio coraggio.

          Mi dice " Capisco che dovrei ripartire, ma non so da dove, da quale parte cominciare ".

          " No, perché ripartire, da dove e per dove? Adriano noi possiamo soltanto continuare ed è bello, è prezioso ciò che siamo, anche nella povertà della nostra persona, nel nostro essere qui adesso in questa stanza; nel nostro parlarci è presente tutta la nostra vita. C'è quello che siamo stati, i successi, le sconfitte, il meglio che vorremmo essere e che non sappiamo neppure immaginare; le relazioni con gli altri, gli abbracci e le incomprensioni e il ritrovarci ancora con tutti, nel cuore oggi nessuno è assente. "

          Poi un richiamo al Vangelo, ...
( continua )

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