venerdì 14 settembre 2012

Tempo scaduto, tempo che continua (59° di Q. di L.)

              

       ( segue )

   
       Il "mio" passato da volontario...


       E' un passato al quale sono riconoscente, cui porto affetto.
 
       Un passato che non mi inchioda al passato. Un passato che mi è entrato dentro, che provoca un senso di apertura, di amore scambiato. Un passato che mi fa prossimo anche a chi non conosco, che mi instilla quiete nell'agire.

       Un passato che ama il presente mentre sopravviene, e il presente successivo e quello successivo ancora; un modo, vicino al malato, di pensare il futuro, perché questo passato non cessa di additare il futuro.

       Un passato che lascia distinte e fonde insieme le realtà materiali e spirituali che vivo: quelle che vedo e tocco e quella, cui già appartengo...che per ora non vedo e non tocco.


       Qui gratuitamente mi hanno portato i volti, il dolore, l'amore dei miei malati; ora però il dolore è acqua sulla sabbia. Nell'animo, come un dono, custodisco la consolazione del bene condiviso e la speranza.


       Tutto è avvenuto nel quotidiano, evidente e misterioso ogni volta, come tutto il tempo del Signore.


       

       






      

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