domenica 29 dicembre 2013

Verifica di un lungo periodo -"L'addio alle cose nella quotidianità" (Q di L (=°)





       Un motivo che rattrista il malato vicino a morire e lo induce a un senso di solitudine, è il pensiero che lascerà "le cose", non le proprietà o il conto in banca, ma gli oggetti concreti con i quali ha ora un rapporto immediato, diretto.
 
       Lo sguardo si posa sulle cose comuni che gli stanno attorno e gli sopravvivranno, l'armadio della stanza, la sedia, il muro della casa di fronte...ora presenti nell'attesa e già testimoni di un "dopo", quando lui, ora malato, non sarà più.

       Questo immaginario futuro, questo contemplare le cose che non hanno vita e perciò permangono (più a lungo di lui) lo priva concretamente del tempo attuale che invece gli appartiene e gli è prezioso.

       Una breve divagazione mi pare attinente. Magris nel suo libro " Il Danubio " riporta una poesia composta da una ragazzina austriaca (13 - 14 anni) malata di cancro. Ne trascrivo approssimativamente il testo, naturalmente non in rime.


Una rosa. Bella. Bellissima.
Andava d'accordo con tutti i fiori.


Un giorno vede una rosa di carta.
Le dice - "Come sei bella !"


E questa - "Ma non vedi che sono di carta ?"
La rosa la guarda. Lungamente.
" Io sto per morire".


( Continua )

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