giovedì 23 gennaio 2014

Il gioiello (82° di Quaderno di Lavoro)





     Con discrezione, quasi lo occulta, va oltre la professionalità che la distingue, o forse la previene, è qualcosa di stupendamente umano, di umile e grande.  Chiama i suoi volontari a farlo diventare vita, un'esperienza che appartiene ormai anche alla loro storia.

     Visito al domicilio i malati terminali in situazione di disagio economico e consegno il sussidio che la LILT riserva loro. Le prime volte l'atto del "consegnare" è imbarazzante, lo sguardo insiste sui soldi, la mano che si tende restia, poi il "grazie" di una persona non avvezza a ricevere, eppure consolata. Fosse possibile appaggiare quasi di nascosto la busta e andartene, invece la "conta" è necessaria, e anche la firma. Le volte successive si è già più in confidenza ed è già nato il piacere di incontrarsi. Il rapporto privo di commiserazioni, sensibile e deciso, convinto della pari dignità reciproca, stempera l'imbarazzo iniziale e apre anche al sorriso.
 
     Conosco il problema della 4° settimana, ma alcuni, famiglie o persone singole, si trovano in difficoltà giorno per giorno. La povertà economica esclude, è ansia continua, impotenza a decidere di fronte all'essenziale, è malattia nella malattia.

     Soltanto un sussidio mensile e qualche visita, in amicizia...La LILT è anche questo.

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