domenica 1 agosto 2010

Il malato accenna alla sua morte imminente (Luca) (18° di Q. di L.)

Luca


Presenti..... ( dagli appunti scritti, in ossequio alla privacy dei colleghi, ritengo opportuno riportare, oltre la domanda e il pensiero di Luca che introducono il Dialogo, soltanto il paragrafo che mi riuarda, a prosecuzione e complemento di quanto trattato nel capitolo precedente e nei due successivi).


Appunti schematici, senza la pretesa di riportare esattamente pensiero e parole dei presenti.

Luca chiede ai presenti osservazioni sulle risposte da dare ad un malato che accenna alla sua morte imminente; per sé dice che tende piuttosto a favorire, se non speranze infondate, almeno il dubbio sulla evoluzione della malattia o quanto meno sui suoi tempi; ma teme, così facendo, di evadere magari un più profondo bisogno del malato di aprirsi con qualcuno sulla sua vera situazione.
Luigi sottolinea l'importanza della sincerità: una risposta che non corrisponda a quanto si sente è molto pericolosa. E il retto sentire consiste nel vedere la morte non come una violenza puramente distruttiva che dal di fuori aggredisce e annulla la vita, ma come una possibilità di portare a compimento la vita stessa, confermandone e illuminandone le parti più valide, specie quelle segnate dal filo conduttore dell'amore.
Luigi evita persino di usare la parole "morte", perché non esiste una cosa a che si chiama morte (come invece esiste una cosa a che si chiama vita): esiste soltanto un momento della vita, il morire, che della vita è parte necessaria e al tempo stesso fondamenale.


Nessun commento:

Posta un commento