venerdì 19 novembre 2010

Gratificazione ( 23° di Q. di L. )

Mi soffermo sull'importanza che la gratificazione assume agli occhi dei malati e dei loro cari. Durante l'accompagnamento serbo particolare attenzione a ciò che mi colpisce positivamente, gli atteggiamenti delle persone, i rapporti familiari e le cose, la conduzione nel succedersi degli eventi, e in generale il modo in cui sono coinvolti il malato e chi gli è vicino. Nel momento in cui ciò accade o a tempo debito, sarà importante far notare il mio apprezzamento.

Portare un po' di incoraggiamento alle persone ormai avvezze soltanto ad ascoltare "sentenze", a ubbidire a prescrizioni autorevoli, a ricevere da tutti consigli, ad essere più consolate che stimate, apprezzare ciò che in condizioni difficili è loro sfuggito, spesso rappresenta un aiuto concreto, stimolante.

L'ammirazione sincera e obiettivamente motivata non ammette finzioni, è parola pronunciata come le altre, senza enfasi né sottolineature e giunge quasi sempre inattesa; lo stupore aiuta a capire che qualcosa di bello è possibile e presente anche nei giorni della sofferenza, addita uno spazio di libertà e di scelta inviolabile anche dalla malattia. Forse è l'occasione di rincuorarsi, per continuare un po' meno soli.

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