sabato 11 giugno 2011

Figura di donna

Figura di donna giovane seduta, ritratta di lato. Piedi appoggiati a uno sgabello un po' in là dalla seggiola. In luce viva il collo, i capelli ondulati raccolti alla nuca, e parte delle mani giunte. Viso appena reclinato in avanti a custodire le mani giunte del bambino che tiene sulle ginocchia.

E' mia madre, lui mio fratello Francesco, due anni circa. La foto in bianco e nero lo ritrae frontalmente. Piedi e gambe si agganciano, capelli chiari, braccia ben tornite, in camicia da notte bianca senza maniche; tutto in luce viva, accesa nel vestito scuro della mamma. E' impegnato nella operazione delle sue manine, paffuto e serio di quella serietà innocente che fa sorridere i grandi e li fa pensare. Dietro, un lettino con la rete di corda ai lati, intravedo la tappezzeria del muro, l'anta di un armadio ma tutto è sfumato. Scene nel quotidiano della mia famiglia, anche per me che sono l'ultimo è stato così.

Non è poco, la mamma accanto al letto col suo bambino, il respiro unico della preghiera. E' tempo dedicato. Non ho scritto parole da Libro Cuore, è ricordo di dolcezza e di sobrietà, immagine sì d'altri tempi ma la terra buona è scelta di ieri come di oggi.

Da lì, dalle mani giunte della mamma e del bambino inizia la "storia della mia preghiera", sempre più personale, e mi accorgo che più che storia "mia" in sostanza è la storia di Gesù in me. Ricostruirla a tu per tu con Lui (e con Maria), non scriverla, tentare di comprenderne i significati e viverli; la meraviglia per l'impensabile e il "definitivo" accaduti, sorprese ritrovate o riconosciute soltanto ora. Il Signore che non ti abbandona e si fa sempre più vicino, più intimo.

Anche questo è tempo dedicato.

Da lì, dalle mani giunte della mamma e del bambino inizia "la storia della mia preghiera"...eppure ho care le parole di S. Agostino:

" Tardi ti ho amato,.."

Nessun commento:

Posta un commento