venerdì 14 ottobre 2011

Dario, il mio amico (46° di Q. di L.)

La nostra relazione costituisce un'oasi di quiete, si fa sempre più personale e interessante; Dario mi chiede di darci del tu. Improvvisamente da un contesto assolutamente concreto, un'esperienza spirituale forte nel momento più delicato della crisi. Non tratteggio le ricadute ambientali che la malattia e la situazione particolare comportano, anche se ciò permetterebbe di cogliere più viva l'intensità dei fatti. Le condizioni di Dario esigono sorveglianza continua, praticamente inattuabile in famiglia. Una scheda breve, ed eludo come di consueto, ogni identità.

Malato
Neoplasia esofago; un'apertura a vista praticata alla base del collo. Non assume cibi, né liquidi per via orale. Lievi emorragie; se accentuate pericolo di soffocamento. Afono, quando è in forze parla con l'ausilio del laringofono. Non accetta l'offerta del ricovero all'Hospice.

Moglie
Inferma di mente da anni, inaffidabile. E' presenza continua e assillante, ora insostenibile per il malato.

Figlia
Mostra interesse e cura fattiva, ma assente per necessità negli orari di lavoro e durante i lunghi spostamenti.

"Non posso mangiare, bere, non fumare, m'è rimasto un dente qui davanti, sono qui soltanto a aspettare la morte; (pausa,sorride)...eppure mi piace vivere! ...".

Così come lo vedi e ti guarda, le ultime parole sono insopportabili. Gli sono vicino, anche se non ho la presunzione di comprendere sino in fondo la sua sofferenza; glielo dico, poi aggiungo che avrei avuto piacere di conoscerlo molto, molto tempo fa; ci saremmo scambiati tante idee, esperienze, avremmo avuto "il piacere di litigare" e il piacere di ritrovarci vicini, ancora insieme come adesso.

Però, per quanto lo conosco, gli ho detto, vedo altro nella sua realtà. Il bene corrisposto che lo lega alla figlia (annuisce), e il bene che vuole a sua moglie, anche se ora è una presenza ancor più problematica: non l'ha mai lasciata sola, le ha teso la mano per lunghissimi anni. Gli dico che nella sofferenza si porta dentro anche questo, il bene verso cui tutti ci incamminiamo, qualunque siano le nostre convinzioni.

Dario, classe 1932. Socialista antico, attivo nella lotta sindacale, idealista, contestatore del suo stesso partito, operaio meccanico specializzato in missione anche all'estero, anticlericale convinto, ironico e allegro; tante volte abbiamo discusso e riso insieme. Una storia diversa dalla mia, ormai mio amico.

Ci salutiamo con la solita cordialità. Esco per ritirare da una ditta specializzata il laringofono che avevo portato a riparare, e sono di ritorno dopo un'ora.

Vedo Dario ansimare, ..
( Segue)

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