sabato 5 novembre 2011

PASSAGGI, GESTO, TERRA, ....

PASSAGGI, GESTO, TERRA,

TRASFORMAZIONE, PELLE,

RICERCA, MANI, AZIONE,

DISCIPLINA, ESPRESSIONE,

LIBERTA', CONTATTO, OCCHI, ...



Parole a caratteri grandi, in nero sulla parete bianca. E' l'ingresso di una società sportiva, se entri non puoi non leggerle. Costruzione grammaticale compatta, quasi mozzafiato. Parole non gettate a caso sul muro, ciascuna isolata, in apparente solitudine l'una cucita all'altra. Sento che qualcosa mi manca, forse una vena di dolcezza, vorrei leggerle accompagnate da parole più umane, di quelle anche taciute ma che stanno nel cuore di ognuno a dire sorriso, accoglienza, bisogno di volerci bene.

Tante persone passano, giovani, genitori e leggendo possono sognare speranza di sicurezza, di forza, promesse di conquista.

Il fatto è che le esperienze che abbiamo alle spalle inducono a volte a scorgere in filigrana un pensiero, un senso nascosto, alla mia età risuona l'eco di uno stile già conosciuto. Chissà se anche ad altri guardando quella parete bianca è accaduto, per alcuni istanti, di farsi seri in volto.

Oltre il primo impatto,più quieto osservo. La gente passa e non legge, ha in mente altro, va di fretta oppure si ferma premurosa a intrattenere il bambino, o mentre esce si da voce per ritrovarsi..

Intanto la vita continua in tutte le sue potenzialità, forse in una forte consapevolezza del contesto critico attuale e del bisogno di evadere..., ma questo mi sta a cuore: la speranza che il rumore e le grida di ciò che è accaduto prima nel mondo, non scivolino nel silenzio del tempo.

1 commento:

  1. Forse in un gruppo di parole ne vediamo sempre alcune sottolineate. Che ci fanno prendere una direzione o un'espressione. Quando le ho lette non mi sono fatto serio in volto, perché per me: PASSAGGI, GESTO, TERRA, TRASFORMAZIONE, PELLE, RICERCA, MANI, ESPRESSIONE, LIBERTA', CONTATTO, OCCHI... non riconducono a qualcosa di austero, pericolosamente già conosciuto. Anzi mi riconducono a me stesso, alla mia esigenza di ricerca interiore che certo, chiede disciplina. Molto bello comunque che le parole che scriviamo non siano mai quelle che leggiamo...

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