Prendi Signore e ricevi
tutta la mia libertà
la mia memoria
la mia intelligenza
e tutta la mia volontà,
tutto ciò che ho e possiedo,
Tu me lo hai dato
a Te Signore lo ridono;
tutto é tuo
di tutto disponi secondo ogni tua volontà
dammi il tuo amore e la tua grazia
questo mi basta.
Scritta con l'incertezza della mano sul muro di una cappella, l'ho letta e copiata. Mi coinvolge, mi riguarda ancora.
Un genere di preghiera abbastanza diffuso, tuttavia colpisce l'irruenza nel modo di offrirsi "...Prendi Signore e ricevi..", é l'impazienza dell'amore, e ancora, quell'affidarsi apparentemente semplice ma così totale e attivo.
Su un punto insolito vorrei soffermarmi con te: l'offerta della memoria.
Non memoria di chi vive distratto, piuttosto di chi si intrattiene anche col proprio passato, di luci e di ombre, nel quale ognuno può essersi ritrovato.
Forse Ignazio sente il bisogno di una disciplina della memoria.
Non so se anche tu sei di quest'avviso: tutto quello che sono stato coincide oggi con me, con quello che sono. Offrire la memoria é dunque mettermi tutto in discussione, decidere di ascoltare quali ricordi il Signore sceglie per me, forse accantonarne altri, e riaccompagnare in me il mio passato con lo sguardo nuovo della pace. Della fiducia verso il futuro.
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