martedì 21 marzo 2017

Sto a guardare


Macchioline.

Sul  dorso della mia mano.

Increspata la pelle.  Brezza o aria veloce del tempo.

Linee esili blu, a tratti evidenti ma non più il turgore di allora.

Spazi cavi, rientranze dove prima era forza.

Dita e snodi impacciati, tutto però funziona.

La mano: il dorso é il suo vestito, il lato che tutti vedono
al primo sguardo.

Biro, foglio bianco, alla scrivania il cono di luce - la vedo
bene la mia mano - ferma, la contemplo.  In attesa di
scrivere.. la trattengo, é tempo di tacere, di ripeterle il
mio affetto, anche oggi.

Un gesto lento ed é il palmo.

Tutto più vivace.  Il colore, rughe ininterrotte per la
lunghezza delle dita, altre solcano il palmo, linee
dall'inizio incerto e non sai dove si perdano, é festa di
incroci, ricami minimi fino a strizzarti gli occhi, più in la
non puoi.

Il palmo é l'intimità, la parte più riservata della mano,
ascolta, ubbidisce e sa custodire. Tiene saldo il libro della
vita.  Conosce l'offesa e il perdono, miei e degli altri, la
misericordia e la grazia, il peso leggero dell'Eucaristia. Si
apre alla mano dell'altro, sa accogliere e esprimere un
pensiero, un sentimento, l'affetto..la vita.

Il dorso e il palmo, lati necessari inseparabili, ognuno si
racconta.

La biro, il foglio bianco, alla scrivania il cono di luce, ed é
la, ancora ferma - l'interesse, la necessità, il piacere di
ascoltarla.

Ora lascio che scriva.

Due chiacchiere con la mia mano, non é tempo sciupato.
                                       

domenica 31 maggio 2015

Una bimba sconosciuta

    Parlavano di parenti, questioni familiari, compiaciuti e a tratti quasi stupiti del loro stesso dire e ascoltare.

     Uno racconta all'altro di una bambina, racconta le parole che ha rivolto alla mamma, e ne mima i gesti infantili.

     La prossima fermata é la mia, uno sguardo quasi di simpatia a quei due, anche un po' dispiaciuto ma non é solo curiosità. Mi allontano.

     Dispiaciuto sì, ma almeno quelle parole non mi sono sfuggite, subito le ho fermate e me le ritrovo ora nei miei appunti.
       
                             -Queste sono le mie mani,
                             -questa é la mia testa,
                             -i miei piedi, le gambe,
                             -questo il mio petto, la mia voce...

                             -ma io dove sono ?

       Il silenzio, lo sguardo, la mano che sfiora il volto, i capelli, a volte é l'attimo che spiga la vita. Penso alla mamma, le avrà dato la risposta più bella.

       Ma in qualche modo sento che la domanda riguarda anche me, se non altro, penso, potrebbe appartenere anche a un'altra bambina che non ha la mamma.  Però potrebbe incontrare "un nonno sconosciuto", che le può sorridere e quasi per gioco, dirle:

Prova, ripeti con me
                        
-Queste mani sono io                       queste mani sono io  
-questa mia testa sono io                 questa mia testa...
-i miei piedi, le gambe sono io        i miei....        
-il mio petto, la mia voce sono io    il mio..
-tutto il mio corpo sono io               tutto il..       

        Mi hai chiesto dove sei? Ecco, tutto il tuo corpo é il "luogo" dove tu sei, dunque tu sei il tuo corpo ma non solo, altro e altro ancora tu sei..

-il mio modo di sorridere o di essere triste, di parlare o di tacere, sono io.
-la mia paura e la mia gioia, le mie speranze e i miei sogni, sono io.
-il modo di stare con le compagne, a scuola, in famiglia, sono io. 
-quando scelgo un colore per dipingere, la canzone che mi piace ascoltare, quando penso di fare amicizia con qualcuno,....sono io che penso, io che scelgo, sono io che decido...  

        Splendida la tua domanda, grazie. Con il tempo e l'età verrà ancora a trovarti, nuova ogni volta e anche allora sarà splendida, da non disperdere. Se vuoi scrivila anche tu su un foglio... la ritroverai nei tuoi appunti e sarà sempre una domanda amica.  

         Cara bambina non ci siamo mai conosciuti eppure é già ora di salutarci. Sento che tra noi é nata amicizia e sono felice. Ti ringrazio e ti ammiro.


Mi. 01-06-2015  


                                                        

sabato 9 maggio 2015

Può capitare



    
   
  Oggi mi hanno rubato il borsello. La biro che scrive sottile, i vecchi occhiali da lettura, l'e-book regalo dei miei figli.

      "...un furtarello insomma, in fondo le solite cose..". Tanto o poco, io ci andrei piano, é questione di possibilità personali e di punti di vista, ma non é questo l'aspetto che ora mi preme.

     La sorpresa, quando me ne rendo conto, é proprio la mia prima reazione: quegli oggetti mi appartengono oltre il possesso. E' vero, le solite cose, ma mi hanno accompagnato nel quotidiano, hanno fatto parte di un tratto della mia storia e mi stupisce l'affetto, l'amore in cui entrano a far parte le cose, la gioia che mi offrono nel loro utilizzo.

     Per esattezza l'e-book l'avevo da sei mesi, ma era già nata un'amicizia per via dei libri che conteneva, per la disponibilità a tutto tempo e la chiarezza della stampa.

     E ho pensato naturalmente al ladro. Avrà un volto, la sua storia....problemi più grandi di me, comunque un "lavoro" sbagliato.......questa volta poi, per il ladro, forse un "reddito" vicino allo zero.

lunedì 30 marzo 2015

Quaresima 2015




   Scorro lentamente le notizie su facebook. Noto una foto piccola tra le altre che illustrano  la distribuzione di viveri. E' un bambino solo, pelle bruna, magro, a dorso nudo (forse 11 anni), le braccia alzate; anche lui, penso, nell'atto di richiedere aiuti. Clicco.

   Le braccia si muovono ma la scena é tutt'altro, mi prende il respiro, la foto si allarga. Non voglio inserire la voce, mi basta ciò che vedo. Si svolge nello spazio ristretto di un locale, forse un bagno, non finestre né arredi.

   Braccia alzate si muovono a parare colpi di bastone che una bambina più piccola (pelle chiara) gli assesta. L'azione si ferma, la bambina gli fa segno di tenere le braccia abbassate ferme lungo il corpo. Lo sguardo fisso del bambino. Riprende a bastonare, braccia che accennano un movimento. Tutto é fermo di nuovo, di nuovo il bambino ascolta. E' in posizione di attenti, come può, ma il bastone é irrequieto, si muove...

   Braccia esili si agitano nemiche, una smorfia a ogni colpo, il bastone colpisce ovunque, e mi sento inchiodato ogni volta. La bambina ripresa di schiena, così tremendamente bambina. Fuori campo, invisibile, un adulto riprende.

   No ! interrompo ! Una sosta di attesa, il tempo che mi si calmi il respiro. Ma non torno, non tornerò alle immagini.

   La fragilità, l'innocenza violata. A undici anni non si sa dire il perché, vittima l'uno della violenza l'altra di un odio instillato.

   Veramente quel bambino é il Crocifisso del mio tempo, scene di Passione del 2015; nel mondo donne e uomini stanno fuggendo dall'odio e dalla guerra. Mi sento coinvolto, vorrei fermare e ricomporre tutti nella pace.

   Ogni Crocifissione é incomprensibile, incredibile che si ripeta oggi.  

   E incomprensibile resta anche la presenza di Gesù oggi, il suo Silenzio e la sua Promessa, come allora sul Calvario.

   Signore "Credo, ma aumenta la mia Fede" ( Marco 9,24)


mercoledì 25 febbraio 2015

.Un prete di campagna...





     racconta una storiella:



   Un ortolano del paese ritorna a casa dalla Messa
  e la moglie, rimasta a casa, gli chiede che cosa abbia
detto il prete.  L'uomo si confonde, non sa riferire.

 " Che cosa ci vai a fare ?",  protesta la donna " se
hai già dimenticato nei quattro passi dalla chiesa a casa".
L'uomo si gratta la testa, ci pensa su e risponde: "E' 
come quando lavo l'insalata. Se mi chiedi dove è  finita
l'acqua non lo so, ma l'insalata é pulita".

=.=.=.


( il prete )...."  pensavo, se ci succede, alla fine della 
Quaresima, magari anche di non ricordare le parole dei
 preti, ma di essere un po' tutti lavati, lavati dalla parola
di Dio, che grazia sarebbe !"



 





                                              




sabato 31 gennaio 2015

Il giornalino dell'Opera Cardinal Ferrari

"  Insieme attorno al tavolo.."


   Non so se sia pregare oppure no, l'intenzione é accostare il Vangelo alla quotidianità della nostra vita. E tentiamo pure di "scoprirlo" il Vangelo, a volte una novità piccola é una sorpresa, il tassello che qualcuno attendeva.

   Non vuole essere una scuola, né iscrizioni né voti e neppure essere il vecchio "catechismo", a domanda risposta sigillata.

  Leggiamo il Vangelo della domenica successiva al nostro incontro, poi chi vuole condivide il proprio pensiero, pone domande; tutti insieme ascoltiamo e ti accorgi che le parole e lo stesso ascoltare degli altri ti appartengono. Don Antonio é presente, con affetto fa sponda alla nostra impreparazione, misura i suoi interventi.

   Ritrovarsi insieme. Il pensiero va alla preghiera che Gesù ci ha insegnato, i verbi, le parole al plurale. E chi direbbe: " dammi oggi il mio pane quotidiano e rimetti a me i miei debiti come io...." ?

   Ognuno ha bisogno degli altri.

  Si legge, si ascolta,........e può accadere che una frase o una parola soltanto, magari filtrata dall'amico qui attorno al tavolo, senza rumore, senza che tu te ne accorga scivoli nella tua vita. E la illumini.

   Un cordiale saluto dal nostro piccolo gruppo


OGNI  MERCOLEDI'  alle 15,15  in Via Boeri,3        Se vuoi.

lunedì 26 gennaio 2015

S. Ignazio di Loiola



Prendi Signore e ricevi

tutta la mia libertà

la mia memoria

la mia intelligenza

e tutta la mia volontà,

tutto ciò che ho e possiedo,

 Tu me lo hai dato

a Te Signore lo ridono;

tutto é tuo

di tutto disponi secondo ogni tua volontà

dammi il tuo amore e la tua grazia

questo mi basta



          Scritta con l'incertezza della mano sul muro di una cappella, l'ho letta e copiata. Mi coinvolge, mi riguarda ancora.

              Un genere di preghiera abbastanza diffuso, tuttavia colpisce l'irruenza nel modo di offrirsi "...Prendi  Signore  e  ricevi..", é l'impazienza dell'amore, e ancora, quell'affidarsi apparentemente semplice ma così totale e attivo.

              Su un punto insolito vorrei soffermarmi con te: l'offerta della memoria

              Non memoria di chi vive distratto, piuttosto di chi si intrattiene anche col proprio passato, di luci e di ombre, nel quale ognuno può essersi ritrovato.

              Forse Ignazio sente il bisogno di una disciplina della memoria.

              Non so se anche tu sei di quest'avviso: tutto quello che sono stato coincide oggi con me, con quello che sono. Offrire la memoria é dunque mettermi tutto in discussione, decidere di ascoltare quali ricordi il Signore sceglie per me, forse accantonarne altri, e riaccompagnare in me il mio passato con lo sguardo nuovo della pace. Della fiducia verso il futuro.